Nel magico mondo della pipa tutto ha inizio con il ciocco, escrescenza legnosa che può arrivare a due metri di altezza e dal quale si forma la radica. Essa viene poi segata in pezzi che si chiamano abbozzi, che devono bollire per 12 ore e poi asciugare perfettamente. Gli abbozzi arrivano presso gli artigiani in sacchi di juta o balle, ogni balla ne contiene da 30 a 60 dozzine. Questi ultimi vengono divisi a secondo delle dimensioni. La radica può avere dei piccoli difetti che vengono rimossi con la bucatura e la stuccatura, passaggi della lavorazione della pipa. Ci sono poi delle placche assolutamente perfette che hanno però prezzi molto alti. Possiamo trovare la radica soprattutto in Calabria, Toscana, Sardegna, Liguria, Sicilia.
Chi legge queste righe, se non ha mai visitato una manifattura di pipe, potrebbe immaginarsi fantascientifici macchinari che, una volta "inserito" il pezzo di radica, "sfornino" pipe finite, pronte da fumare e magari già impacchettate! Niente di più falso. Nella realtà avviene che i pezzi di radica vengono manualmente ricondotti alle giuste dimensioni tramite delle seghe circolari.
Abbozzo di radica
Le fasi di lavorazione della pipa
Ed ecco la nuova pipa
Non si possono acquistare abbozzi di radica di dimensioni predefinite per un determinato modello: esistono, infatti, solo abbozzi tagliati manualmente in segheria, che hanno dei requisiti minimi di dimensioni e sono perciò uno diverso dall’altro. Nelle manifatture di pipe essi vengono sottoposti ad una lavorazione chiamata in gergo svasatura: si torniscono cioè i pezzi uno ad uno tramite due lame accoppiate, che creano contemporaneamente il foro del fornello e la forma esterna del vaso fino all’altezza della canna.
Una seconda tornitura crea la canna ed infine una fresatura genera la parte inferiore del fornello. Queste sono tutte le cosiddette lavorazioni "a macchina".
A questo punto deve intervenire la sapiente mano dell’artigiano in almeno altre 90 lavorazioni successive. Fra queste ne vanno però ricordate le principali.
La raspatura manuale per arrotondare la base del fornello raccordandola alla canna: è inutile sottolineare che ci vogliono un’estrema precisione ed una grande sensibilità.
Ci sono poi la scelta del bocchino ed il relativo montaggio, la pulitura, cioè la levigatura della superficie esterna della pipa, e la messa in pari fra canna e bocchino. Tutte le operazioni di pulitura vengono ripetute molte volte con carte vetrate sempre più sottili, al fine di rendere la superficie delle pipe perfettamente liscia.
A questo punto la pipa deve essere colorata. I colori vengono applicati manualmente e tolti mediante delle speciali ventole. Infatti, non esiste il "colore" predefinito, ma vari colori, che sapientemente utilizzati, consentono alla venatura della radica di risaltare al meglio. Vi sono poi diverse cerature che danno alla pipa, tra l’altro, una omogeneità al tatto tipica solo dei prodotti di qualità. L’ultima lavorazione che voglio ricordare è la verniciatura, anche se in realtà viene eseguita prima di alcune" cerature". In questo caso esistono delle notevoli differenze fra produttore e produttore. La "verniciatura" è la lavorazione con cui si rende la pipa lucida, fissando allo stesso tempo i colori precedentemente utilizzati. Spesso purtroppo viene usata una vernice trasparente spruzzata sulla pipa, che nasconde le imperfezioni e le stuccature, ma ha il terribile difetto di non lasciar "respirare" il legno. In poche aziende per rendere lucida la superficie della pipa la si "passa" con un prodotto di origine naturale. Questo procedimento ha lo svantaggio di non occultare i piccoli difetti estetici della radica, anzi spesso li evidenzia, ma presenta l’impagabile pregio di lasciar traspirare il legno, rendendo così la fumata piacevole e naturale. A questo punto si spera di aver chiarito perché le cosiddette pipe fatte a "macchina" sono in realtà eseguite a mano.
Una volta esaurito questo argomento è il caso di parlare di radica. Essa si acquista o in abbozzi o in placche. Queste ultime generalmente sono di dimensioni maggiori e con una "fiammatura" migliore, in quanto vengono ritagliate solo dalla parte esterna del ciocco che è la più vecchia (il cuore invece è la parte più giovane e meno venata: le piante, crescono dall’interno verso l’esterno e non viceversa).
Gli abbozzi invece sono di due tipi diversi: il marsigliese (per pipe dritte) ed il rilevato (generalmente per quelle curve). Ne esistono di qualità differenti, convenzionalmente chiamate extra-extra, extra, prima, misto e seconda. Non si deve però pensare che gli abbozzi siano necessariamente poco venati, anzi a volte se ne trovano alcuni di incredibile bellezza. Il giudizio però può essere dato solo a pipa finita e non prima.
La cosa più importante è un'altra non è assolutamente vero che per le pipe svasate di forma predefinita non si usino le placche. La scelta delle placche viene effettuata dopo la "sbiancatura", operazione che serve a rendere maggiormente visibile la venatura del legno e la presenza di eventuali difetti. Altro processo fondamentale per la materia prima è l’essiccazione, che deve essere lenta, lunga (per almeno due anni) e totalmente naturale, cioè senza forzature (come forni ad aria calda, ecc.), che potrebbero alterare l’integrità del legno.
Per concludere senza nulla togliere alle pipe di forma libera quando capita una pipa con modello predefinito fiammata e senza difetti ci si trova di fronte a qualcosa di unico e preziosissimo, in una pipa di forma libera si può sempre intervenire correggendo leggermente (con ovvie limitazioni) la linea mentre nel primo caso è la natura che ci dona un pezzo perfetto; le probabilità sono infinitamente minori.
La prima distinzione viene fatta fra pipe di forma libera e pipe svasate secondo modelli predefiniti. Infatti, partendo dal "pezzo di radica", esistono due possibilità. La prima è la ben nota pipa di forma libera (impropriamente detta fatta a mano). In questo caso la forma viene disegnata sul pezzo di radica seguendo le caratteristiche del legno, la fantasia e l’ispirazione del momento. La seconda possibilità è quella di creare un modello predefinito con precise proporzioni studiate a priori e con collaudate caratteristiche tecniche ed estetiche.
In secondo luogo si distinguono per il finissaggio: naturale, verniciata, sabbiata o rusticata.
Le prime due sono pipe prive di difetti.
La pipa sabbiata è sottoposta a un fortissimo getto di sabbia fine che evidenzia le sottili venature orizzontali e verticali nel legno sembra rugosa. Si fa su teste di buona radica.
La pipa rusticata non è generalmente pipa di pregio, anche se ugualmente gradevole da fumare. La lavorazione viene fatta con piccole frese che scalfendo il legno confondono i difetti di questo. La pipa rusticata viene venduta a prezzi inferiori.
La Billiard (tr. lett. da biliardo) è la pipa più classica tra le classiche. La sua linearità, oltre ad assicurare un design limitato all'essenziale, non favorisce il formarsi della fastidiosa condensa (acquerugiola).
La pipa "curva" per antonomasia. Come tutte le curve può favorire il formarsi della condensa.
Originariamente disegnata e usata nella capitale d'Irlanda. Non meno elegante della Billiard appare più slanciata per la forma svasata verso l'alto e la leggera inclinazione della testa. Il fornello a tronco di cono rovesciato tende leggermente a riscaldarsi in bocche inesperte.
Dalla caratteristica testa pienotta e arrotondata ha, in realtà, una camera di combustione paritetica alla Billiard. Crea raramente acquerugiola.
Probabilmente deve il suo nome al luogo di nascita, Lovat appunto, nell'Inverness - shire in Scozia dove - guarda caso - lo stesso termine caratterizza un colore tipico nella produzione del tweed. Il camino è equivalente a quello della Billiard ma l'armoniosa lunghezza del cannello porta un fumo leggermente più fresco al bocchino. Crea raramente acquerugiola.
Il senso delle proporzioni è evidente e l'impatto visivo rende la Lovat inconfondibile.
Dal cannello lungo a sezione ovale la Canadese, pur assicurando un fumo fresco al bocchino, richiede una manutenzione più accurata per la pulizia del cannello ed una maggior attenzione, vista la sezione ridotta, alla fragilità dello stesso. Crea raramente acquerugiola.
La forma slanciata e decisamente originale (per un modello capostipite classico potremmo già parlare "di linea mossa") con la testa in avanti nasconde un po' di difficoltà sia all'accensione che alla fumata per il fornello rastremato.
Disegnata per il Principe del Galles (Prince of Wales) Albert (Edward VII d'Inghilterra) che rinunciò al trono per sposare l'americana Wally Simpson ma non rinunciò alla sua pipa preferita che sfoggiava in ogni occasione e al titolo di Duca di Windsor.
Chiamata anche Prince Regent la Galles, sia per la forma accattivante che le ridotte dimensioni del fornello che limitano la quantità di tabacco ospitata, potrebbe attirare il principiante. In realtà, considerando le accensioni ripetute alle prime armi e l'apparente facilità della carica, non è il modello più indicato.
Adatta comunque alle fumate brevi.
Tra le capostipiti, indipendentemente dal successo iniziale dovuto alla possibilità - unica per le pipe e le giacche del tempo - di essere infilata in tasca, è ormai quella meno riprodotta e diffusa. La forma ovale del camino, tra l'altro, rende difficoltosa una buona combustione tendendo a concentrare la brace al cento rispetto alle pareti nella parte ellitticamente curva.
Testa tozza e fornello largo e capiente la Pot, se opportunamente fumata, regala una pipata corposa e gustosa. Fondamentale una corretta accensione, accuratamente distribuita su tutta la superficie, e la regolarità delle boccate che non devono essere frettolose e nervose.
Sportiva e grintosa non a caso le è stato dato il nome del cane dalla testa altrettanto caratteristica. L'unica cosa che ha in comune con le classiche capostipiti è la sezione del fornello; tutto il resto (dalla sezione quadrata del cannello al motivo svasato della testa) la distinguono. Leggermente più corta rispetto alla Billiard ha un fumo leggermente più caldo.
L'ultima capostipite (che molti confondono con una banale Bulldog curva) è la pipa appositamente disegnata e voluta da Cecil John Rhodes (1853-1902). Politico britannico leggermente imperialista e pioniere dell'industria mineraria nell'Africa australe, costruì rapidamente una non trascurabile fortuna basata su oro e diamanti attraverso le società Gold Fields of Sout Africa e De Beers. Il protettorato tra il lago Tanganica ed il Transvaal che, trovandolo "libero", battezzò Rhodesia è tornato Zimbabwe e l'unico omaggio alla sua intraprendenza e al suo nome è rimasto alla pipa. Vista l'influenza del personaggio non possiamo escludere che l'inserimento della sua pipa tra le capostipiti sia un favore che non poteva essere rifiutato.
Chubby – cannello corto e spesso
Canadian – cannello lungo e sottile
Slender – bocchino lungo
Bevelled – fornello con i bordi smussati
Stand Up – fornello con la base piatta
Pot – fornello basso e largo
Inclined Bowl – fornello inclinato in avanti
Exagonal Bowl – fornello esagonale
High Bowl – fornello alto
Medium Chimney – fornello alto, a bordi paralleli
Large Chimney – fornello molto alto, a bordi paralleli
Army flock – bocchino con innesto particolare
Square – cannello a sezione quadra
½ Bent – semicurva con il cannello poco inclinato
¼ Bent – semicurva con il cannello quasi dritto
Full Bent – curva con il cannello molto inclinato
Round Stem – cannello di forma circolare